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Valtellina Spa di Gorle (Bg). Annunciata l'intenzione di aprire una procedura di mobilità per 300 persone

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Bergamo, giovedì 19 settembre 2013

Con una notizia che aggiunge grave preoccupazione alla rabbia per la disdetta degli accordi aziendali, si è concluso pochi minuti fa l’incontro fra sindacati e direzione dell’azienda metalmeccanica Valtellina spa di Gorle:non solo viene confermato che non verranno rispettati gli accordi aziendali degli ultimi anni ma è arrivata, durissima, la notizia dell’intenzione di aprire una procedura di mobilità per circa 300 lavoratori dei mille in organico nelle varie sedi in giro per l’Italia.

Contro la disdetta questa mattina si è svolto uno sciopero di 4 ore con un presidio a cui hanno partecipato circa 200 lavoratori. In via Buonarroti a Gorle, sede centrale della Spa, erano presenti anche le delegazioni in arrivo da cantieri aperti in tutta Italia, da Torino, Pavia, Brescia. Lo sciopero era parte di un pacchetto di 8 ore di astensione dal lavoro proclamato durante l’assemblea che si è tenuta due giorni fa, martedì 17 settembre, contro la disdetta degli accordi aziendali, avvenuta con una comunicazione del 30 agosto scorso, e che nella pratica porta all’annullamento dei contenuti dell’intesa di armonizzazione tra il contratto edile (applicato in passato) e quello metalmeccanico in vigore dall’ottobre 2011, ma anche degli accordi su Premio di risultato, trattamenti economici delle trasferte e Premio fedeltà impiegati. Le ulteriori 4 ore di sciopero, già proclamate, non sono ancora state messe in calendario.

“Nell’incontro di oggi pomeriggio la Valtellina conferma la disdetta e mette nero su bianco la drastica riduzione dei salari che va da una mensilità in meno all’anno in su” ha detto poco fa Margherita Dozzi della segreteria FIOM-CGIL di Bergamo. “Ma l’azienda ha anche rincarato la dose annunciando l’intenzione di aprire una procedura di mobilità per 300 persone sulle mille in organico. Per noi è davvero inaccettabile che una realtà storica come questa, che viene da anni di utili, alla prima difficoltà riversi così drammaticamente sui propri lavoratori i costi della crisi. Alla direzione della Valtellina oggi abbiamo chiesto di ritirare sia la disdetta che la procedura di mobilità, perché riteniamo assurdo che la riduzione dei costi si faccia partendo da salari e posti di lavoro”.