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Assemblea generale del Comitato Centrale Fiom-Cgil. Documento conclusivo

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L’Assemblea generale del Comitato centrale riunita il 7 giugno del 2022 assume la relazione e le conclusioni del Segretario generale della Fiom, i contributi dei Segretari generali della Funzione pubblica e della Federazione lavoratori della Conoscenza sul decreto concorrenza e sul ruolo fondamentale della sanità pubblica, della scuola pubblica e della formazione e l’insieme degli interventi.

La Fiom di fronte all’aggressione militare della Russia sull’Ucraina è impegnata a tutti i livelli nell’organizzazione a sostenere, promuovere iniziative e manifestazioni insieme alla Cgil, alle associazioni ed i movimenti, per affermare il ripudio della guerra e aprire ogni spiraglio di soluzione diplomatica del conflitto e di ritorno alla pace.
Gli effetti della guerra sulle popolazioni civili ucraine sono inaccettabili: violenza, morte, nuovi profughi e distruzione delle infrastrutture sono la conseguenza dell'escalation militare in atto.

Una escalation che rischia di allargare il conflitto, di pesare sull'insieme della popolazione mondiale, fino all’utilizzo di armi nucleari, e che già adesso vede il blocco del grano nei porti, l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, tutti effetti negativi che rischiano di imporre quella “economia di guerra” che azzera la dialettica sociale, amplifica le disuguaglianze, indebolisce la pratica contrattuale e il sindacato democratico.

Anche per tutte queste ragioni occorre sostenere e allargare la mobilitazione per addivenire ad un cessate il fuoco, propedeutico ad una azione politica e diplomatica dei governi tesa a superare il conflitto in corso ed arrivare a una pace duratura che garantisca le esigenze di sicurezza dell'Ucraina, della Russia e dell'Europa tutta.

Una scelta che come Fiom intendiamo sostenere anche organizzando, insieme alla Cgil, azioni di solidarietà concreta nei confronti delle popolazioni colpite dalla guerra, verso i profughi di tutti i conflitti in corso. Anche per questo occorre insistere affinché sia modificata tutta la legislazione sull’immigrazione, in Italia e in Europa, a partire dal nostro Paese con il superamento della Bossi-Fini.

In queste settimane la Fiom, nell’ambito di alcune iniziative internazionali di IndustrialAll, ha contribuito all’assunzione di una posizione e di una iniziativa comune dei sindacati europei a sostegno “della pace”, dell’”aumento dei salari” e per la ”giusta transizione”.

Per quanto sopra l’Assemblea generale della Fiom-Cgil impegna tutte le strutture territoriali a realizzare e sostenere le iniziative della categoria e delle camere del lavoro per raggiungere e superare gli obiettivi di partecipazione per la manifestazione del 18 giugno, a Roma in piazza del Popolo, per la Pace, la Democrazia, il lavoro e la giusta transizione ecologica e sociale.

Inoltre, la guerra sta condizionando anche il confronto democratico nel mondo dell’informazione, della politica e dell’opinione pubblica: l’aggressione alla Cgil da parte di organizzazioni di estrema destra chiede un maggiore impegno della Fiom per affermare i valori costituzionali dentro e fuori i luoghi di lavoro.

Per queste ragioni l’Assemblea generale della Fiom-Cgil dà mandato alla Segreteria nazionale di realizzare un protocollo con l’Anpi al fine di promuovere l’iscrizione e la costituzione di sezioni dell’Anpi, delle\dei delegate\i e delle\dei lavoratrici\ori nei luoghi di lavoro.

Il contesto economico e sociale è di grande instabilità e incertezza: le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici italiani subiscono gli effetti di una prolungata crisi del modello industriale globalizzato sia nella catena di fornitura che nei mercati di sbocco.

La crisi climatica, la pandemia, l’instabilità politica e la guerra hanno fatto emergere la fragilità e la dipendenza dell’Europa, nello specifico dell’Italia, da altri Paesi in campo energetico, sull’approvvigionamento delle materie prime, dei semilavorati fino alla componentistica.

La ripresa economica in Italia nella pandemia e quella dell’industria metalmeccanica si sono determinate facendo leva sul lavoro, sul peggioramento delle condizioni lavorative e su una richiesta di utilizzo sempre più intenso degli impianti a cui non corrispondono né una diminuzione della precarietà, né una crescita dei salari.

I dati negativi sulla produttività, nonostante gli ingenti investimenti pubblici sul processo produttivo con “industria 4.0”, quelli sull’andamento dei salari, come denunciato dall’OCSE, a cui si aggiunge la crescita dell’inflazione al 6,9% e della disoccupazione in particolare delle donne, dei giovani e nel mezzogiorno, sono la misura delle scelte fallimentari portate avanti dalla Confindustria e dai governi con le ricette liberiste di questi anni.

La situazione industriale dell’Italia è particolarmente delicata: processi di deindustrializzazione nelle regioni meridionali, ristrutturazione di intere filiere dall’elettrodomestico al siderurgico e all’automotive ma anche ripresa piena in alcune regioni del centro-nord.

In tale contesto è necessario condividere le priorità su cui impegnare la Fiom a tutti i livelli. La Segreteria nazionale è impegnata ad aprire un piano di confronto con i sindacati di categoria, le categorie dell’industria, la confederazione, le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici in particolare per:

- condizionare le politiche di programmazione degli investimenti nel confronto con il governo, alla luce delle risorse pubbliche del PNRR, della transizione ecologica e digitale, per dare risposte alle tante crisi aperte, rafforzare e qualificare la struttura produttiva e industriale, superare il gap tecnologico e infrastrutturale tra le diverse aree del paese;

- avviare una stagione di contrattazione delle politiche industriali, dalle singole imprese alle istituzioni ad ogni livello, per condizionare le decisioni in favore dell’occupazione, dell'innovazione e della sostenibilità;

- aumentare il salario e il potere d'acquisto delle retribuzioni attraverso una riduzione della tassazione sui redditi da lavoro, specie quelli medio bassi, la defiscalizzazione dei futuri aumenti sui minimi contrattuali, l’implementazione della contrattazione di secondo livello, il consolidamento di quote di salario fisso, fino a una nuova elaborazione per il rinnovo dei CCNL metalmeccanici, raggiungere l’obiettivo di recuperare il potere d’acquisto e redistribuire quota parte del valore prodotto; inoltre sostenendo il recepimento della imminente direttiva europea sul salario minimo insieme all'introduzione di una legge sulla rappresentanza, che misuri l'effettiva rappresentatività delle organizzazioni sindacali e metta in capo ai lavoratori, con il voto, la validazione degli accordi sindacali a partire dal Ccnl;

- contrastare la dilagante precarietà, anche attraverso la contrattazione di secondo livello per la stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precarie e incalzando insieme alla Confederazione il Governo per un intervento legislativo che rimetta al centro il contratto di lavoro a tempo indeterminato e favorisca l'ingresso nel mondo del lavoro con una unica tipologia di ingresso a contenuto formativo e con garanzie alla stabilizzazione;

- mettere fine al tributo di vite umane sacrificate alla crescita e ai profitti, rafforzando la nostra iniziativa su salute e sicurezza, rivendicando l'assunzione di nuovi ispettori per la prevenzione, sottoponendo a critica i modelli organizzativi aziendali fondati su appalti e decentramento, sulla messa in concorrenza e in competizione dei lavoratori e delle lavoratrici, praticando la contrattazione inclusiva e l'unificazione dei diritti affinché a parità di lavoro corrisponda parità di salario e di diritti.

- rilanciare la spesa sociale e gli investimenti sullo stato sociale, a partire dal rafforzamento del Servizio sanitario nazionale e della scuola pubblica. Nuovi investimenti pubblici e una lotta all'evasione fiscale e contributiva, una tassa su rendite e dei profitti, tutte misure indispensabili per recuperare risorse da utilizzare per un welfare inclusivo, abbassare l'età pensionabile, introdurre la pensione di garanzia per le giovani generazioni, riconoscere ai fini previdenziali il lavoro di cura.

Approvato con un astenuto

Roma, 7 giugno 2022

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