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iMec n.4/2019. Un giusto salario per un buon contratto

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In questo numero

Editoriale. di Francesca Re David
Piattaforma Ccnl Federmeccanica Assistal 2020/2022
Il nodo appalti. di Rosita Galdiero
Autunno ‘69, la pietra miliare. di Sara Quartarella

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Per il prossimo contratto nazionale i lavoratori metalmeccanici chiedono un giusto salario per il giusto lavoro che fanno. È questo uno dei punti principali dell'ipotesi di piattaforma, che abbiamo presentato per il rinnovo del Ccnl  Federmeccanica/Assital, che coinvolge quasi un milione e mezzo di addetti e che sarà sottoposta entro metà ottobre alla consultazione certificata con voto segreto delle lavoratrici e dei lavoratori, per poi dare avvio al negoziato con le controparti.

Si tratta della prima piattaforma unitaria dei metalmeccanici dal 2007 e si pone l’obiettivo di rispondere alla giusta richiesta dei lavoratori di un aumento delle retribuzioni non formale ma sostanziale.

Nel documento chiediamo l'aumento in busta paga dell'8% sui minimi contrattuali, circa 153 euro in più al mese calcolati sul quinto livello. Una richiesta salariale del tutto ragionevole, considerata la lunga stasi subita in questi anni dalle retribuzioni dei lavoratori dipendenti di tutti i settori. E considerato anche che la contrattazione di secondo livello continua a riguardare una minoranza dei metalmeccanici, nonostante le promesse fatte dalle imprese. Ma non solo di salario vogliamo parlare.

La piattaforma dei metalmeccanici vuole anche dare risposte ai cambiamenti dei modelli organizzativi delle imprese sui temi del mercato del lavoro, allargando le tutele e i diritti, in particolare negli appalti, e contrastando la precarietà.

Occorre valorizzare il lavoro attraverso interventi sulla formazione e sull’inquadramento professionale, e non è più tollerabile un sistema di abbassamento dei costi che sta sempre più producendo morti e infortuni sul lavoro. Le imprese devono investire sulle persone, sull'innovazione, sulla transizione ecologica e digitale.

Il contratto dei metalmeccanici ha assunto storicamente un ruolo centrale rispetto alla conquista dei diritti sindacali nel nostro Paese. Cinquant’anni fa, con il contratto del ‘69 i metalmeccanici hanno conquistato il diritto all'assemblea e di attività  sindacale negli stabilimenti, determinando una svolta storica che ha poi portato al riconoscimento di questi diritti e alla loro estensione in tutti i settori con il varo dello Statuto dei lavoratori.

Proprio come allora, la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è il modo migliore per rimettere al centro il lavoro industriale, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e l’intero movimento sindacale: un contratto innovativo, un contratto positivo per i lavoratori e necessario anche per il rinnovamento delle imprese, che dobbiamo conquistare tutti insieme.

Francesca Re David

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