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Presentazione libro "QUESTA VOGLIA DI CAMBIARE LA CONDIZIONE UMANA" sulla storia della FIOM-CGIL di Bergamo

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Quindici anni di storia sindacale, quelli di una stagione complicata, dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni Ottanta, dall’Autunno caldo al referendum sulla scala mobile: li hanno ripercorsi Paolo Barcella, Michele Dal Lago, Francesco Mores e Roberto Villa nei loro saggi raccolti in “Questa voglia di cambiare la condizione umana” (NDF, New Digital Frontiers, 326 pag., 20 euro), seguendo il filo rosso della storia della FIOM-CGIL provinciale.

Il libro, a cura di Eugenia Valtulina e promosso dalla FIOM CGIL di Bergamo, verrà presentato venerdì 30 giugno (dalle ore 9.30 alle 13.30) nell’Auditorium comunale di Albino, viale Aldo Moro 2.

Alla presentazione interverrà il segretario generale nazionale della FIOM-CGIL Maurizio Landini (che ha scritto la prefazione del libro). Prenderanno la parola anche Luca Baldissara dell’Università di Pisa, il segretario generale della FIOM-CGIL provinciale Eugenio Borella e Maria Grazia Meriggi dell’Università di Bergamo. Durante i lavori, sono in programma interventi musicali di Michele Dal Lago e Giusi Pesenti.

“La voglia di cambiare la condizione umana è una delle chiavi di interpretazione di molte richieste sindacali dei metalmeccanici di quel periodo, sia a livello locale che sul territorio nazionale” spiega Eugenia Valtulina, curatrice del testo e responsabile della Biblioteca ‘Di Vittorio’. “Gli autori scrivono di una stagione durissima, eppure straordinaria, di cui i testimoni, insieme al ricordo delle lotte che li vedono protagonisti, ci restituiscono quasi all’unisono la consapevolezza di essere stati artefici del proprio destino: non era praticamente mai successo prima, non è più successo dopo, finora, alle lavoratrici e ai lavoratori italiani”.

“La FIOM-CGIL di Bergamo da tempo crede nell’utilità di conoscere la propria storia e, nell’avvicendarsi dei segretari e del gruppo dirigente, ne ha promosso - in sinergia con la Biblioteca ‘Di Vittorio’ - la ricostruzione, fortemente convinta che la trasmissione della memoria di chi e di cosa ci ha preceduto sia vitale e decisiva per un futuro consapevole” commenta Eugenio Borella, segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo. “Lo è soprattutto per un’organizzazione  che fonda la sua ragion d’essere, da ben più di cento anni, sulla condivisione di  ideali e di compiti strettamente legati ad una realtà concreta e in continuo divenire, come è il lavoro, i diritti ad esso legati e la loro rappresentanza”.

“Questa voglia di cambiare la condizione umana, cioè la conquista della dignità da parte dei lavoratori, è un concetto che ritorna spesso nelle carte conservate nell’Archivio della Biblioteca ‘Di Vittorio’ e nelle parole dei tanti protagonisti a cui si è chiesto di rivivere quel periodo esaltante per il movimento operaio, la chiave di interpretazione di molte delle richieste sindacali,  alcune geniali (come la clausola del qualora se ne convenga), altre ottenute quasi incredibilmente, come accadde per  le 150 ore, ovvero il diritto retribuito di studiare nel tempo del lavoro,  «per uscire da quella forma di schiavitù che è l’ignoranza», come si dice nel volume” conclude Borella.

Gli autori

Paolo Barcella insegna Storia Contemporanea e Storia dell’America del Nord presso l’Università di Bergamo. Dopo il dottorato in cotutela tra le Università di Genova e Losanna, è stato ricercatore associato del Laboratorio di Storia delle Alpi dell’Università della Svizzera Italiana. Attualmente collabora con la Fondazione Pellegrini Canevascini di Bellinzona ed è componente del gruppo di lavoro della Biblioteca “Di Vittorio” CGIL di Bergamo. Si occupa principalmente di storia delle migrazioni italiane e di storia sociale dell’Alta Lombardia. Ha curato con Michele Colucci l’ultimo numero della rivista “Archivio storico dell’Emigrazione Italiana”, dedicato ai lavoratori frontalieri e, recentemente, ha pubblicato:Un medico a Caporetto. I diari di guerra di Ugo Frizzoni (2015); Migranti in classe. Gli italiani in Svizzera tra scuola e formazione professionale (2014).

Michele Dal Lago è stato dottorando e assegnista di ricerca presso l'Università degli Studi di Bergamo. Al momento si occupa della didattica integrativa del corso di Sociologia dei processi economici e del lavoro (Dipartimento di Giurisprudenza - Università di Bergamo); Chitarrista e cantante bluegrass, si interessa da anni di storia sociale della musica statunitense, con particolare attenzione al rapporto tra pop music e conflitto industriale.  Ha collaborato in più occasioni con la FIOM CGIL di Bergamo e fa parte del gruppo di lavoro della Biblioteca “Di Vittorio” della Cgil di Bergamo.

Francesco Mores insegna Storia della chiesa all’Università degli Studi di Milano. Fa parte della redazione della «Rivista di storia del cristianesimo» e del comitato di redazione della SISLAV. È autore di Alle origini dell'immagine di Francesco d'Assisi (2004), di Invasioni d'Italia. La prima età longobarda nella storia e nella storiografia(2011) e diLouis Duchesne. Alle origini del modernismo (2015), e curatore delleLezioni di storia ecclesiasticache Ernesto Buonaiuti dedicò all’età medievale (2013) e all’età antica (2016).

Roberto Villa, laureato in lingue e letterature straniere, è insegnante di lingua spagnola negli Istituti secondari. Parallelamente, in collaborazione con la biblioteca “Di Vittorio” della CGIL di Bergamo – del cui gruppo di lavoro fa parte -  si occupa di archivi e di temi di storia contemporanea, con particolare attenzione agli anni Settanta. Ha pubblicatoCi sembrava di essere liberi. Per una storia delle radio democratiche bergamasche(2015).

I saggi

- L'azione di massa. Bergamo, 1 maggio 1950

Francesco Mores

- Cambiare la fabbrica per cambiare la società. I lunghi anni Settanta della FIOM di Bergamo.

Michele Dal Lago

- Percorsi di classe. I militanti della Fiom di Bergamo dai Consigli di Fabbrica alla scala mobile

Roberto Villa

- Le “150 ore” nella provincia di Bergamo                                                                            

Paolo Barcella

- La memoria della Rivoluzione. Bergamo, 15 giugno 1978

Francesco Mores