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SINT DI FILAGO, CONTRO I 35 ESUBERI NON SI ARRESTANO GLI SCIOPERI, ORMAI QUASI QUOTIDIANI. “I lavoratori: Contratto di Solidarietà al posto dei tagli”

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Bergamo, venerdì 30 giugno 2017

Otto ore di sciopero nella giornata di oggi, quattro ieri e quattro anche mercoledì, quando si è tenuto un presidio mentre le Rappresentanze Sindacali Unitarie e la sindacalista Paola Guerini incontravano l’azienda in ARIFL, l’Agenzia Regionale per la Formazione e il Lavoro: si moltiplicano le proteste alla Sint di Filago, azienda metalmeccanica specializzata nella produzione di allestimenti di comunicazione visiva nei settori automotive, petrolifero, bancario, assicurativo e telefonico.

Ormai quasi quotidianamente i lavoratori incrociano le braccia contro 35 esuberi. Qualche anno fa i dipendenti dell’azienda erano oltre 100, oggi sono 66, ma una nuova procedura di mobilità, aperta il 21 aprile, chiede di ridurli ulteriormente.

“L’incontro in ARIFL è stato sospeso e riaggiornato al 5 di luglio su richiesta dell’azienda” spiega oggi Paola Guerini della FIOM-CGIL di Bergamo. “Intanto si proseguirà con gli scioperi dal momento che l’azienda sembra decisa a rimanere ferma sulle proprie posizioni, cioè tagliare il personale. I lavoratori chiedono, invece, con forza l’utilizzo del Contratto di Solidarietà che tra l’altro non è soggetto ad alcuna autorizzazione ministeriale e che permetterebbe di mitigare l’impatto occupazionale. Tra l’altro siamo in una fase di richiesta di straordinari da parte dell’azienda con segmenti di produzione che vengono affidati anche a contoterzisti della zona”.

La Sint ha sempre utilizzato gli opportuni ammortizzatori sociali permettendo di giungere a mobilità sempre volontarie: “Nelle ultime settimane, invece, abbiamo assistito a un brusco cambio di passo” aveva detto Guerini in occasione dei primi scioperi.

Il sindacato è molto preoccupato non solo per i 35 lavoratori in esubero, ma anche per chi resterà in un’azienda dimezzata: “Come può strutturarsi in futuro una realtà produttiva che taglia metà del proprio personale? Se si va verso l’esternalizzazione dei lavorazioni a contoterzisti della provincia, perché allora non provare a ragionare su una strategia di outplacement virtuoso, ricollocando il personale in esubero, magari proprio nelle aziende con le quali Sint ha rapporti stretti di collaborazione? Perché con fretta, tagliare l’organico? E cosa ne sarà dei 31 lavoratori che, alla fine, rimarranno?” si era chiesta in occasione dei primi scioperi Paola Guerini.

Ricordiamo che nel marzo 2016 l’azienda aveva presentato richiesta per l’ammissione a concordato preventivo in continuità aziendale. Il 13 dicembre 2016 il Tribunale di Milano ha ammesso la società alla procedura. Nel frattempo, a metà dello scorso febbraio, si sono chiusi 24 mesi di Contratto di solidarietà. In questi anni, in occasione dell’apertura di diverse procedure di mobilità, una quarantina di lavoratori, fino ad ora su base esclusivamente volontaria, ha lasciato l’azienda.