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MOTORI GRASSOBBIO SRL (EX FAAC), CONSEGNATE QUESTA MATTINA LE LETTERE DI LICENZIAMENTO A TUTTI I LAVORATORI. FIOM-CGIL: “Chiesto incontro alla direzione FAAC"

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Bergamo, lunedì 13 febbraio 2017

Dopo l’annuncio, il 1° febbraio scorso, dell’intenzione di mettere in liquidazione la società e di licenziare i 12 lavoratori rimasti in forza, oggi per i dipendenti di Motori Grassobbio Srl è stato il giorno più duro: sono state consegnate a tutti, infatti, le lettere di licenziamento.

“Si tratta di persone che un anno e 2 mesi fa avevano voluto dare credito al nuovo imprenditore indicato da FAAC e subentrato nello stabilimento di Grassobbio dopo che FAAC aveva annunciato la chiusura per trasferire la produzione in Bulgaria, lasciando sulla strada 50 dipendenti” ha riferito poco fa Fulvio Bolis della FIOM-CGIL di Bergamo. “Nonostante tutti i dubbi che nutrivamo nei confronti della nuova società arrivata, questi lavoratori hanno voluto credere in una prospettiva di lavoro. Oggi sappiamo che l’imprenditoreche concluse con FAAC un accordo per la ricollocazione dei dipendenti non è in grado di garantire occupazione per il futuro. Se vuole cancellare l’impressione che tutta l’operazione di avvicendamento nello stabilimento di Grassobbio sia stata solo un tentativo per salvare la faccia, FAAC dovrebbe responsabilmente farsi carico della situazione con un aiuto concreto ai lavoratori. Il 9 febbraio abbiamo formalmente chiesto un incontro alla direzione FAAC per un confronto complessivo sulla vicenda. Restiamo in attesa di una risposta”.

La Motori Grassobbio srl aveva fatto sperare in un salvataggio dei posti di lavoro appena un anno e due mesi fa quando era subentrata nello stabilimento della FAAC, assumendo 14 dei suoi ex lavoratori (poi 12 rimasti). Il 1° febbraio scorso, invece, ha annunciato la cessazione dell’attività.

I lavoratori attendono il pagamento del saldo dello stipendio di novembre, gli interi importi di quelli di dicembre e gennaio oltre che la tredicesima mensilità.Già due scioperi si sono svolti il 2 e il 7 febbraio contro l’annuncio dei licenziamenti imminenti.