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MOTORI GRASSOBBIO SRL, IL CONFRONTO CON L’AZIENDA. CONFERMATA LA MESSA IN LIQUIDAZIONE E I LICENZIAMENTI. NUOVO SCIOPERO

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Bergamo, lunedì 6 febbraio 2017

Nell’incontro di oggi tra azienda e sindacati, la Motori Grassobbio srl ha confermato cheprocederà con la messa in liquidazione della società e con il licenziamento di tutti i 12 lavoratori rimasti in forza, già nei prossimi giorni.

Dopo il confronto, che si è tenuto attorno alle 13.30, si è svolta un’assemblea terminata pochi minuti fa. I lavoratori hanno deciso di proclamare per domani (dalle ore 10 alle 12) un secondo sciopero con presidio dopo quello del 2 febbraio.

La gestione di quello che era stato definito il ‘cavaliere bianco’ di FAAC dunque è finita” ha commentato poco fa Fulvio Bolis della FIOM-CGIL di Bergamo. “Oggi l’azienda ha confermato la messa in liquidazione e il licenziamento di tuttii lavoratori”.

Ricordiamo, infatti, che la Motori Grassobbio srl aveva fatto sperare in un salvataggio dei posti di lavoro appena un anno e due mesi fa quando era subentrata nello stabilimento della FAAC, assumendo 14 dei suoi ex dipendenti. Il 1° febbraio scorso, invece, ha annunciato la cessazione dell’attività.

L’incontro di oggi era previsto anche per discutere del piano di rientro delle spettanze dei lavoratori che ancora attendono il pagamento del saldo dello stipendio di novembre, gli interi importi di quelli di dicembre e gennaio oltre che la tredicesima mensilità: “A questo proposito l’azienda ha annunciato che il piano si estenderà fino a novembre, mese in cui prevede di terminare di pagare quanto dovuto ‘sulla scorta delle proprie entrate’”.

I lavoratori non dimenticano certo com’è iniziata questa vicenda: “Tutti qui si ricordano di come FAAC abbia cessato l’attività per spostare le produzione in Bulgaria, lasciando sulla strada 50 personeprosegue Bolis. “Di queste, 14 sono state riassunte dall’imprenditore che la stessa FAAC aveva trovato e indicato, nei confronti del quale, però, da subito abbiamo nutrito grandi perplessità. Ora quei dubbi iniziali si rivelano fondati: per questo i lavoratori chiedono con forza che FAAC, la cui decisione ha provocato un così alto costo sociale e un così alto numero di posti perduti, si assuma la responsabilità di quanto accaduto e dia loro un aiuto concreto nella ricollocazione”.