Questo Sito Utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione sul sito. Continuando la navigazione accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.

Stampa

FAAC SPA, IN UNA LETTERA PARLANO ALCUNI LAVORATORI. “Non ci stiamo a fare la parte di chi non ha voglia di lavorare. Niente macchinari, risorse finanziarie minime: non ci siamo sentiti di correre il rischio”

on .

Bergamo, venerdì 20 novembre 2015

Le incertezze sono ancora tutte lì, i dubbi non ancora sciolti, eppure al caso della FAAC di Grassobbio la stampa locale di domenica 15 novembre ha dato ampio spazio con un titolo in cui si sottolineava la scelta di diversi lavoratori che avrebbero preferito gli incentivi e la cassa integrazione al posto di lavoro.

“Fermarsi alle apparenze non è mai cosa utile”: ne è convinto Fulvio Bolis che segue la vicenda per la FIOM-CGIL e che interviene ora con alcune precisazioni. Ma oggi, insieme alle riflessioni del sindacalista, inviamo anche quelle di alcuni lavoratori che hanno deciso di esprimersi pubblicamente, attraverso una lettera. Ricordiamo che il 16 marzo scorsola FAAC spa aveva aperto una procedura di mobilità per cessazione di attività, avviandosi al licenziamento dei 50 lavoratori in organico.

“Su questa vicenda è arrivato il momento di fare alcune precisazioni e di ripetere alcune cose già dette: FAAC è un’azienda che continua a macinare utili quantificabili in decine di milioni di euro, un minimo di responsabilità sociale avrebbe preteso di mantenere l’attività produttiva a Grassobbio invece di inseguire un maggior profitto mettendo sulla strada 50 lavoratori. L’azienda riconosce un incentivo all’esodo non per bontà d’animo ma per ottenere la ‘non opposizione’ dei lavoratori al licenziamento: come prevede l’accordo (che noi non abbiamo firmato), infatti, anche se non si fosse trovato un nuovo imprenditore i lavoratori sarebbero stati tutti licenziati.L’azienda ha trovato un imprenditore disponibile ad assumere tutti i lavoratori, con il quale discute e definisce le condizioni sia per l’assunzione che per l’affitto o cessione dell’immobile. Eppure di queste condizioni non ha mai fatto partecipi i lavoratori nonostante le ripetute richieste. Così i dipendenti, in forza dell’accordo del 28 aprile, sono messi nelle condizioni di dover decidere se accettare il percorso definito nell’accordo o un posto di lavoro con molte incertezze e che, a detta dello stesso nuovo imprenditore, è una scommessa che magari alcuni non si sentono di giocare. La nuova azienda si è detta delusa per questo. Più che la MG sono i lavoratori che avrebbero ragione a dirsi delusi, soprattutto per il comportamento della FAAC”.

La FIOM-CGIL ritiene giusto evidenziare anche il punto di vista di alcuni di questi lavoratori. Ecco qui di seguito una lettera firmata da alcuni lavoratori: “Non ci stiamo a fare la parte di quelli che non hanno voglia di lavorare, di quelli mantenuti dallo Stato. La cosa è un po’ più seria e complessa di così. E noi ne siamo rimasti ostaggio. Dopo una vertenza sindacale e varie vicissitudini arriviamo alla situazione nella quale ci troviamo a decidere tra una ricollocazione lavorativa nella MG Grassobbio che dopo l’accordo con FAAC subentra nel capannone ormai vuoto, oppure accettare un incentivo economico e un percorso di ammortizzatori sociali.

Un giornale locale scrive che incentivi e cassa possono vincere sul lavoro, visto che molti di noi hanno ‘scelto’ appunto questa prima strada. La stessa azienda che subentra a Grassobbio si dichiara un po’ delusa. Ci permettiamo di segnalare a questo punto cosa pensiamo noi diretti interessati: non accettare il nuovo lavoro e scegliere l'incentivo per noi non è stato né facile né comodo come qualcuno può essere tentato di pensare. Siamo i primi a sapere che incentivi e ammortizzatori finiranno e che da un giorno all’altro ci dovremo misurare con la ricerca di un nuovo lavoro. Da tempo sappiamo che la FAAC ha deciso di licenziarci e, in attesa che il rapporto di lavoro si interrompa anche formalmente, nei fatti da diversi mesi non lavoriamo più. Diremmo che si è rotto qualcosa: si è spezzata la fiducia di chi pensava che facendo il proprio dovere con solerzia avrebbe mantenuto il proprio lavoro.

Quante volte ci era stato detto dalla FAAC che non avremmo cessato l'attività? Perché ora dovremmo pensare che con il nuovo imprenditore, trovato dalla FAAC, andrà meglio? Se con questa nuova attività dovesse andare storto qualcosa ci ritroveremo tutti nuovamente a casa senza incentivi economici e con ammortizzatori sociali ridotti (grazie Fornero). La prospettiva è pessima.

Per capire bene di cosa stiamo parlando vogliamo sottolineare che la parte più rilevante degli accordi presi tra FAAC e MG non è stata resa nota. Sostanzialmente solo verbali sono le assicurazioni sulla continuità produttiva della nuova attività: come dire, credeteci e giochiamo assieme la scommessa. Non siamo esperti di economia ma il progetto industriale illustrato lascia parecchio a desiderare.

Molto poco si conosce del lavoro che si dovrebbe fare e degli impianti da utilizzare. Fino a martedì 17 novembre, fatta eccezione per una vecchia pressa, il capannone risultava completamente vuoto e lunedì 23 novembre è previsto l’avvio della produzione. Poco si conosce degli eventuali clienti di MG e ancor meno di quali volumi produttivi si tratterà. Il capitale sociale della nuova società è di poche decine di migliaia di euro e le risorse finanziarie a disposizione risultano minime. Chi di voi, che legge questa nostra lettera, si sentirebbe al 100% sicuro di accettare? Per i nostri colleghi che hanno accettato la proposta di lavoro della MG ci auguriamo vivamente che l’attività della nuova azienda inizi e si sviluppi in modo da garantire loro un’occupazione stabile e dignitosa. Non tutti però ce la siamo sentita: per giudicare la nostra scelta si tengano presenti tutti gli aspetti di questa difficile vicenda”.