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METALMECCANICI, SCIOPERO NAZIONALE IL 10 DICEMBRE. A Bergamo la manifestazione regionale: in piazza e in corteo lavoratori e sindacalisti da tutta la Lombardia

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Bergamo, venerdì 3 dicembre 2021

In piazza a Bergamo e in corteo per le vie del centro: venerdì 10 dicembre lavoratori e sindacalisti da tutta la Lombardia confluiranno in città per partecipare alla manifestazione regionale della FIOM-CGIL, nel giorno dello sciopero nazionale.

La mobilitazione è stata organizzata contro i provvedimenti della Legge di Bilancio finora formulati dal Governo che, secondo la FIOM-CGIL “non riducono le disuguaglianze e non risultano adeguati ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori in materia di fisco, contrasto all’evasione, pensioni e precarietà”.

L’appuntamento è per venerdì mattina 10 dicembre, alle 9.00, in piazzale Marconi a Bergamo (di fronte alla stazione ferroviaria). Da lì si muoverà un corteo che raggiungerà il centro della città per tornare, poi, di nuovo alla stazione per gli interventi finali.

“Arriviamo alla mobilitazione e alle 8 ore di sciopero di venerdì prossimo dopo avere svolto numerose assemblee nei luoghi di lavoro: fra i lavoratori c’è attenzione, i temi in discussione sono molto sentiti, ci sarà partecipazione” ha dichiarato oggi Andrea Agazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo. “Quelle che chiediamo al governo sono misure che intervengano sulle crisi industriali in corso e sulle delocalizzazioni, con politiche adeguate, e senza perdere l’occasione offerta dal PNRR, su cui è necessario costruire una vera discussione che permetta il confronto sul futuro industriale del Paese. Siamo contrari a finanziamenti a pioggia per le aziende, senza prevedere un ritorno certo su un’occupazione che sia stabile. Non apprezziamo, in tema di tassazione, l’abolizione dell’IRAP né l’attuale proposta sulla progressività. Serve ridurre la tassazione sul lavoro dipendente, salvaguardando un equo scaglionamento delle aliquote”.


In tema di precarietà, prosegue Agazzi, “occorre ragionare sulla stabilizzazione dei lavoratori precari nelle aziende in una fase – come quella attuale, nel nostro settore - in cui il lavoro c’è, pur con tutte le complicazioni provocate dagli alti costi delle materie prime e dell’energia.  A questo è legato il tema degli appalti, nel cui ambito è necessario, una volta per tutte, scardinare il meccanismo del massimo ribasso per l’aggiudicazione. Alla precarietà e agli appalti selvaggi è, in parte, legata anche la questione della sicurezza al lavoro: la prevenzione di infortuni, attraverso soprattutto il potenziamento dei meccanismi di controllo, è più che mai urgente. Servono più controlli e per svolgerli servono risorse e personale che li compia. Infine, chiediamo di estendere la durata degli ammortizzatori sociali per garantire la continuità occupazionale e l’universalità di questa tutela in tutti settori, soprattutto in vista di eventuali impatti della transizione tecnologica”.

“Tra protocolli a cui prestare attenzione, gestione dei rischi di contagio e constante lavoro in presenza, durante la pandemia i metalmeccanici hanno dato un ampio contributo al Paese. Ora è il momento di riconoscere le ragioni del lavoro, le ragioni dei lavoratori”, conclude Andrea Agazzi.