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CONTRATTO DEI METALMECCANICI, DOPO LA FIRMA DI FEBBRAIO SI CHIUDE OGGI IL VOTO DEI LAVORATORI. Un migliaio di assemblee in provincia di Bergamo. 30mila addetti coinvolti, 18mila hanno votato

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Bergamo, giovedì 15 aprile 2021

 

Da fine febbraio a oggi si sono svolte oltre mille assemblee nelle aziende metalmeccaniche della provincia di Bergamo: l’obiettivo è stato quello di illustrare l’intesa raggiunta il 5 febbraio scorso per il rinnovo del Contratto nazionale e di sottoporne i contenuti al voto dei lavoratori.

“Lo sforzo di raggiungere più persone possibile è stato grande e  ripagato da una partecipazione davvero ampia, malgrado le difficoltà causate dalle misure anti-Covid, dalla Cassa integrazione attiva in diverse aziende e malgrado i casi di smart working” ha dichiarato poco fa Andrea Agazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo. “Abbiamo svolto un migliaio di assemblee, alcune in presenza altre in videoconferenza, e siamo riusciti a raggiungere 30.051 lavoratori (sui circa 33.750 addetti totali delle aziende in cui i sindacati sono presenti)”.

Al voto hanno partecipato 18.183 lavoratori (pari a oltre il 60% di quelli coinvolti; 18.004 i voti validi). I pareri favorevoli all’intesa di febbraio sono stati 16.344 favorevoli (90,8%), quelli contrari 1.670 (9,2%). Questi dati si riferiscono alla situazione del voto fino alle 16 di oggi pomeriggio, ma i verbali delle ultime votazioni continuano ad arrivare.

Lo scorso febbraio, dopo quattro intense giornate di trattativa no stop, era arrivata la firma per l'ipotesi di rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanici, in vigore da gennaio 2021 a giugno 2024.

Nell’intesa sono previsti 112 euro di aumento sui minimi al quinto livello, 100 al terzo.  A questi si aggiungono i 12 euro sull’indice IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell'Unione) sui minimi da giugno 2020 per effetto dell’ultrattività dovuta alla struttura del Contratto precedente.  Vengono, poi, confermati i 200 euro all’anno di "flexible benefit". 

“Dopo oltre un anno di difficile trattativa, resa ancor più complicata dalla pandemia in corso, siamo giunti a un accordo molto soddisfacente che offre riposte salariali importanti sui minimi contrattuali, aumenti certi e con incidenza su tutti gli istituti, novità significative rispetto al meccanismo sperimentale dell’accordo del 2016: si tratta di circa il doppio dell’indice di inflazione IPCA” aveva commentato a fine trattativa  Andrea Agazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo, parte della delegazione trattante nazionale. “Gli aumenti saranno erogati in quattro tranche (da 25, 25, 27 e 35 euro) nel mese di giugno di ogni anno di vigenza. Viene anche prevista una importante riforma dell’inquadramento con l’eliminazione del primo livello. È compreso anche il rafforzamento di tutta la prima parte del Contratto, quella relativa a relazioni industriali, diritti di informazione, confronto e partecipazione, come anche della formazione e in particolare del diritto soggettivo. Segnaliamo inoltre l’introduzione della clausola sociale sugli appalti pubblici, ma anche novità molto significative sulla lotta alla violenza di genere e contenuti relativi allo smart working”.