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SEMATIC DI OSIO, SECONDO INCONTRO SULLA CESSAZIONE. FIOM-CGIL: “ALTRI PASSI AVANTI, MA ANCORA NON SUFFICIENTI SULL'INCENTIVO ALL’ESODO”

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Bergamo, lunedì 8 marzo 2021

 

“Abbiamo mosso altri passi avanti, ma non ancora sufficienti, in particolare sull’ammontare dell’incentivo all’esodo”: così, all’uscita dall’incontro con la rappresentanza del Gruppo Wittur (a cui Sematic fa capo), Claudio Ravasio della segreteria della FIOM-CGIL di Bergamo, ha commentato il confronto di oggi.

In vista della cessazione della produzione alla Sematic di Osio Sotto è, infatti, in corso da qualche giorno una trattativa per ridurre l’impatto sociale dell’avvenuta delocalizzazione in Ungheria.

 

L’azienda si è riservata di preparare un testo per un accordo quadro che ci manderà entro fine settimana e che valuteremo” prosegue Ravasio. “Comprenderà i principi alla base della definizione dell’incentivo all’esodo per le risoluzioni consensuali, tema su cui, a nostro avviso, oggi qualche passo avanti c’è stato, ma non ancora decisivo. Nella proposta che l’azienda ci farà verranno inclusi anche i principi che determineranno il percorso da seguire per chi resterà a carico dell’azienda: cassa integrazione, successivi incentivi all'esodo, politiche attive e piani di re-industrializzazione, che naturalmente dovranno essere discussi anche con i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico e con la Regione Lombardia. Lunedì prossimo, poi, torniamo in trattativa”.

 

Ricordiamo che il 3 settembre scorso l’azienda aveva annunciato il trasferimento di circa il 70% della produzione in Ungheria, mettendo a rischio circa 200 lavoratori. Lo spostamento delle lavorazioni è poi stato eseguito nelle settimane successive. L’ipotesi della delocalizzazione era stata già ventilata nella primavera del 2019. Per i lavoratori di Osio Sotto si è aperto, quindi, un periodo di Cassa integrazione Covid che durerà fino a questo mese.

Dopo la proclamazione di diversi scioperi (in totale 80 ore svolte), nella vertenza Sematic era stato aperto un “tavolo di crisi” al ministero dello Sviluppo economico (MiSE).

Nei giorni scorsi è arrivata però la notizia della cessazione della produzione entro fine mese. In assemblea i sindacati hanno avuto mandato a larga maggioranza di avviare la trattativa per contrattare le condizioni post cessazione.