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SEMATIC DI OSIO SOTTO, OGGI L'AUDIZIONE AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO NELLA VERTENZA SULLA DELOCALIZZAZIONE IN UNGHERIA

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Bergamo, mercoledì 13 gennaio 2021

Si è tenuta oggi in tarda mattinata, in modalità da remoto, l’audizione del “tavolo di crisi” al Ministero dello Sviluppo economico (MiSE) sulla vertenza aperta alla Sematic di Osio Sotto:  al confronto hanno partecipato Stefano D'Addona, vice capo di gabinetto della sottosegretaria Alessandra Todde al MiSE, il dirigente della struttura Crisi aziendali di Regione Lombardia Carlo Bianchessi, il sindaco di Osio Sotto Corrado Quarti, oltre ai delegati RSU e ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dell’azienda.

Il 3 settembre scorso l’azienda aveva annunciato il trasferimento di circa il 70% della produzione in Ungheria, mettendo a rischio circa 200 lavoratori. Lo spostamento delle lavorazioni è poi stato effettivamente eseguito nelle settimane successive. Per i lavoratori di Osio Sotto si è aperto, quindi, un periodo di Cassa integrazione Covid che durerà fino a marzo. L’ipotesi della delocalizzazione era stata già ventilata nella primavera del 2019.

La convocazione del tavolo di oggi era da tempo attesa ed è stata ripetutamente sollecitata da parte sindacale dopo che una precedente audizione al MiSE, il 30 settembre scorso, non aveva portato alcuna novità sul destino dei lavoratori di Osio Sotto né informazioni sulle intenzioni della Direzione del Gruppo Wittur, di cui fa parte Sematic.

Oggi abbiamo ascoltato la stessa posizione di quattro mesi fa: l’azienda ha confermato la situazione di crisi, anzi ha riferito che le difficoltà sarebbero aggravate dalla seconda ondata” ha commentato poco fa Claudio Ravasio della segreteria FIOM-CGIL di Bergamo. “Dunque le lavorazioni restano in Ungheria, almeno per il momento. Il rappresentante del MiSE e quello di Regione Lombardia hanno dichiarato di avere avanzato diverse offerte di strumenti che l’azienda potrebbe utilizzare, a seconda di quale decisione definitiva prenderà, cioè se riportare o meno le lavorazioni a Osio. Sematic continua, infatti, a definire lo spostamento ‘temporaneo’. L’azienda, però, non dà risposte, anzi ha chiesto altre 4 settimane, fino a metà febbraio, per decidere cosa fare. Da parte nostra, come FIOM-CGIL, abbiamo ribadito che, dopo 4 mesi, i lavoratori si trovano ancora in una situazione di limbo inaccettabile. Vogliamo risposte chiare: per noi l'obiettivo resta la piena occupazione. Ma la scelta deve essere esplicitata, perché in base ad essa si attiveranno diversi percorsi di sostegno offerti da ministero e Regione. Resta dunque, al momento, tutta l’insoddisfazione per il fatto di ritrovarci nell’incertezza assoluta. Pertanto valuteremo nuove iniziative di protesta da intraprendere nei prossimi giorni”.

Un pacchetto di 16 ore di sciopero era stato proclamato a dicembre. L’11 e il 16 dicembre si erano tenute le prime due mobilitaizoni con presidio.
Lo sciopero dell’8 gennaio, invece, era stato sospeso in attesa della convocazione di oggi.