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FBM HUDSON: IL DELEGATO FIOM-CGIL, REINTEGRATO DAL TRIBUNALE, TORNA IN AZIENDA E VIENE LICENZIATO PER LA SECONDA VOLTA

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Bergamo, giovedì 18 aprile 2019

Davvero non sembra esserci pace per un operaio saldatore della F.B.M. Hudson Italia spa di Terno d’Isola, alle dipendenze dell’azienda metalmeccanica dal 1992 e da anni delegato sindacale della FIOM-CGIL: licenziato nel 2018, il mese scorso è stato reintegrato dal Tribunale di Bergamo, ma lunedì 15 aprile è stato licenziato per la seconda volta.

L’8 aprile, per lui, avrebbe dovuto essere il giorno tanto atteso della ripresa del lavoro: invece, si è visto convocare a mezzogiorno dall’azienda. Gli è stata consegnata una lettera di contestazione per fatti che risalgono a oltre un anno fa, quando ha avuto inizio questa vicenda. Dopo che il primo licenziamento è stato impugnato dai legali della FIOM-CGIL, lo scorso 25 marzo il Tribunale di Bergamo, in composizione monocratica nella persona della dott.ssa Monica Bertoncini, si era pronunciato sulla causa, annullando il licenziamento e ordinando alla F.B.M. Hudson Italia spa di reintegrare il ricorrente nel suo posto di lavoro. L’azienda è stata anche condannata al risarcimento del danno nella misura corrispondente alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento a quello dell’effettiva reintegra.

“Ci risiamo, si ricomincia da capo” hanno commentato poco fa Andrea Agazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo, e Paola Guerini che per la FIOM segue l’azienda. “Siamo di fronte a un nuovo licenziamento. Il nostro delegato pensava, venendo convocato dall’azienda all’inizio di aprile, di ricevere dettagli sulla mansione che da questo mese avrebbe ricoperto. Invece ci siamo ritrovati con una lettera di contestazione per fatti che risalgono a un anno fa ed ora con un nuovo licenziamento.La vicenda ha sempre più del paradossale, anche perché ricordiamo che è cominciata per una saldatura realizzata ‘non a regola d’arte’, dopo ventisei anni di lavoro. La FBM Hudson sta dimostrando non solo di non voler rispettare le sentenze, ma anche di non avere rispetto per il lavoratore né per le organizzazioni sindacali. A questo punto incontreremo i lavoratori in assemblea per decidere quali iniziative organizzare per rispondere a questo nuovo – assurdo – atto dell’azienda”.