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ALUBERG DI BAGNATICA, NUOVO SCIOPERO CONTRO L’INIZIATIVA DELL’AZIENDA CHE INVIA I CAPIREPARTO AI LAVORATORI AFFINCHÈ FIRMINO UNA PETIZIONE. FIOM-CGIL di Bergamo: “Modalità intimidatorie e inusuali”

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Bergamo, martedì 16 ottobre 2018

Nuova mobilitazione oggi, dopo i primi tre scioperi del 4, 5 e 9 ottobre, alla Aluberg di Bagnatica, azienda metalmeccanica dove ad inizio ottobre si erano inaspettatamente rotte le trattative per il rinnovo dell’accordo integrativo. Per l’azienda, che opera nel settore della trasformazione di film di alluminio per l’industria alimentare e farmaceutica, lavorano 136 persone (a cui va aggiunta un’altra ventina di interinali).

Dopo un’assemblea, oggi, è stato subito proclamato uno sciopero contro le modalità utilizzate dall’azienda e che la FIOM-CGIL ha definito “dal carattere intimidatorio e assolutamente inusuali”: “Ieri, infatti, il titolare di Aluberg ha convocato tutti i lavoratori per una riunione nella quale ha illustrato la propria versione delle ultime fasi della trattativa e ha annunciato che, nei prossimi giorni, i capireparto passeranno a chiedere a tutti i dipendenti di firmare una petizione in cui ci si dichiara d’accordo a mantenere invariato il Premio di risultato in vigore, dunque senza che venga introdotta nessuna delle proposte sindacali” spiega Fabio Mangiafico della FIOM-CGIL di Bergamo. “Oltre ad aver usato espressioni offensive contro i lavoratori che hanno scioperato nei giorni scorsi e contro le organizzazione sindacali, l’azienda organizza dunque una specie di referendum proprio nel momento in cui si rifiuta di incontrare le organizzazioni sindacali per riprendere trattativa. Per questo oggi una parte dei lavoratori è tornata ad incrociare le braccia, non gradendo l’atteggiamento dell’azienda e chiedendo, invece, di tornare al tavolo con i sindacati. Invece di inventarsi modalità inesistenti di confronto, l’azienda torni a trattare con noi. Se Aluberg proseguirà sulla strada della petizione, non solo intensificheremo le iniziative di lotta ma faremo di tutto per tutelare il ruolo negoziale del sindacato con gli strumenti disponibili, compreso quello legale”.

Ad inizio ottobre – lo ricordiamo – si attendeva la firma definitiva dell’accordo integrativo dopo una trattativa che aveva registrato una decina di incontri negli ultimi sette mesi. Ma in quello che la FIOM-CGIL pensava fosse l’ultimo confronto prima dell’intesa la direzione aziendale aveva comunicato che tutte le disponibilità fino a quel momento manifestate venivano ritirate, in particolare rispetto ad alcuni aspetti normativi e sul Premio di risultato.

“Eppure è una realtà in ottima salute: è passata in 5-6 anni da 80 dipendenti ai 136 attuali (più gli interinali) e tra il 2016-2017 ha avuto un fatturato di circa 80 milioni di euro con un margine operativo lordo di circa 8 milioni” aveva riferito Mangiafico in occasione del primo sciopero.